Cinquant’anni fa, il 2 settembre 1973, il mondo della letteratura fantastica (e non solo) ha perso uno dei suoi autori più amati e imitati: John Ronald Reuel Tolkien, meglio conosciuto come J. R. R. Tolkien. Questo anniversario è l’occasione perfetta per leggere o riscoprire alcune delle sue opere più importanti, ognuna delle quali ha lasciato un’impronta indelebile nell’immaginario collettivo.
Nato da genitori inglesi a Bloemfontein, in Sudafrica, il 3 gennaio 1892, Tolkien tornò in Inghilterra nel 1896, dove studiò a Oxford interessandosi alla filologia e alle antiche saghe e leggende nordiche. Dopo aver partecipato alla Prima guerra mondiale, tornò a Oxford, dove insegnò prima inglese medievale (1925-45), poi lingua e letteratura inglese (1945-59).
Il Signore degli Anelli è senza dubbio l’opera più celebre di Tolkien e una delle saghe fantasy più iconiche mai scritte. Pubblicato tra il 1954 e il 1955, questo ciclo epico è ambientato in un mondo immaginario noto come la Terra di Mezzo, popolato da elfi, nani, uomini e creature oscure. La storia segue il giovane hobbit Frodo Baggins nella sua missione di distruggere l’Anello del Potere, che può essere utilizzato per soggiogare il mondo. Il romanzo esplora temi profondi come il potere, la corruzione, l’amicizia e la redenzione, contribuendo a rendere l’opera di Tolkien un pilastro della letteratura fantasy.
Prima, però, c’era stato Lo Hobbit. Pubblicato nel 1937, è il libro che ha introdotto per la prima volta la Terra di Mezzo. La storia segue le avventure del tranquillo hobbit Bilbo Baggins (cugino di Frodo), che viene coinvolto in una missione epica per recuperare il tesoro di un drago. Questo romanzo, più breve e leggero rispetto a Il Signore degli Anelli (in origine, infatti, era stato concepito come un libro per bambini), è amato per il suo tono fiabesco e il personaggio di Bilbo, che cresce e si evolve durante il viaggio, dimostrando coraggio e astuzia inaspettati.
Il Silmarillion, pubblicato postumo nel 1977, è il lavoro più complesso ed enigmatico di Tolkien. Questo libro raccoglie cinque lunghi racconti che tracciano la storia e la mitologia della Terra di Mezzo, dalla creazione del mondo alla lotta tra il bene e il male, narrando le vicende di elfi, uomini e il grande male Morgoth. Il Silmarillion offre una prospettiva più ampia sull’universo di Tolkien e fornisce un contesto profondo alle storie raccontate ne Il Signore degli Anelli e ne Lo Hobbit. La sua narrativa ricca e la lingua inventata dall’autore (le lingue elfiche) hanno ispirato generazioni di appassionati e scrittori.
In aggiunta alle sue opere più celebri, J. R. R. Tolkien ha anche lasciato un ricco tesoro di racconti e materiali inediti che offrono un’ulteriore comprensione del suo mondo. Il libro dei racconti perduti, curato e pubblicato postumo dal figlio Christopher, è una raccolta di scritti che fornisce uno sguardo privilegiato sul processo creativo di Tolkien. Questi racconti contengono versioni preliminari dei miti e delle storie che sono poi stati sviluppati in opere come Il Silmarillion. Questi volumi rivelano il lavoro meticoloso che Tolkien ha svolto nel plasmare la mitologia e le lingue elfiche da lui inventate ed evidenziano la sua dedizione nel creare un mondo letterario ricco ed estremamente coerente.
Insomma, cinquant’anni dopo la sua morte, J. R. R. Tolkien continua a ispirare i lettori di tutto il mondo. Le sue opere non sono semplici storie, ma mondi interi ricchi di cultura, storia e significato. La sua capacità di creare miti e leggende che risuonano nel lettore è il suo vero lascito. Il cinquantennale della sua scomparsa è l’occasione giusta per continuare a esplorare la Terra di Mezzo e a immergersi in una delle saghe letterarie più importanti del XX secolo.